The dance acquires such different and various meanings so that it can be considered as a complex polysemic form of non-verbal message [of which the] effectiveness can be compared with that of music and figurative arts because it can address the unconsciousness without any linguistic distinction among different populations. But it is clear that, just like the other forms of artistic message, the dance itself is affected by the social, cultural and environmental conditions in which it develops itself and from which it becomes one of its expressions. In this context a psychological consideration can be inserted: the body language autonomy leaves out of consideration the verbal expression and refers to the psychosomatic aspect which is the base of a lot of Oriental philosophies. In this “speech” there is a common characteristic and in the meanwhile there is a situation of “antithesis” between the West and the East. The West discovers the body to put it in the service of the Ego by increasing the expressive possibilities; the East supports that the body can condition the Ego by determining the way of being and acting. The aim of this paper is to demonstrate the dance [as] a particular kind of “language” and so it supposes questions referring in particular to the involvement, the participation and even the Ego’s partial exclusion in the different kinds of a complex manifestation which, under a common “denominator”, includes distant rituals, often withdrawn by antithetic psychic dynamics.
La danza come arte ed espressione di armonia e totalità psicosomatica: alcune considerazioni psicologiche la danza assume significati così vari e distanti da potersi considerare come una forma complessa e polisemica di messaggio non verbale la cui efficacia è paragonabile a quella della musica e dell’arte figurativa, in quanto può parlare direttamente all’inconscio senza distinzioni linguistiche tra i vari popoli. È chiaro che, come tutte le altre forme di messaggio artistico, la stessa danza risente delle condizioni socioculturali e ambientali entro cui si sviluppa e di cui diviene una delle espressioni. Nel contesto di questo discorso si inserisce una considerazione psicologica importante: l’autonomia del linguaggio del corpo che prescinde dall’espressione verbale e rimanda al discorso di carattere psicosomatico che è alla base di molte filosofie orientali. In questo discorso vi è una caratteristica comune e nello stesso tempo una situazione di antitesi tra Oriente ed Occidente. L’Occidente riscopre il corpo per porlo al servizio dell’Io aumentandone le possibilità espressive; l’Oriente ritiene che il corpo può condizionare e condiziona l’Io determinandone spesso il modo di essere e di agire. Obiettivo del nostro lavoro è di dimostrare come la danza rappresenti un particolare tipo di “linguaggio” e, come tale, pone quesiti che riguardano in particolare il coinvolgimento, la partecipazione e, ai limiti, la parziale esclusione dell’Io nei vari tipi di una complessa manifestazione che, sotto un comune denominatore, comprende rituali distanti, spesso sottesi da dinamiche psichiche antitetiche.